Sommario: Nel mondo dei bonus e delle promesse politiche, l’Italia si trova in un caos di distribuzioni discutibili e diritti negati. Con un taglio tagliente e narrativo, esploriamo il fenomeno dei bonus governativi, dalla Social Card alle promesse di Giorgia Meloni, sottolineando le ingiustizie e le storie nascoste. In mezzo a questo panorama emergono voci come quella di Lazzaro Coco, che con ironia e talento denuncia la politica del “dividi e impera”.
“Divide et impera” attribuito a Filippo il Macedone, è stato ripetuto soprattutto con allusione ai metodi politici seguiti, nel 19° secolo.
In un’Italia sospesa tra promesse politiche e illusioni, sembra che il concetto di lavoro stia cedendo il passo a un’ondata inarrestabile di bonus. Negli ultimi anni, la nostra amata Repubblica è diventata sinonimo di “più bonus per tutti”, una linea governativa che ha attraversato diverse amministrazioni. Ma quanto di tutto ciò è davvero reale? Sotto la lente d’ingrandimento dell’articolo dal titolo accattivante, “Bonus”, emergono sorprese che sfuggono all’occhio distratto. Ci si interroga: quando si parla di “bonus per tutti”, chi sono davvero coloro a cui è destinato?
Ogni giorno, i giornali sono intrisi di annunci di bonus, creando l’illusione che Babbo Natale abbia fissato la sua dimora in Italia e giochi con la lotteria anche ad agosto. Tuttavia, la storia che vogliamo raccontarvi si concentra sul famigerato bonus per le famiglie in difficoltà, noto come Social Card, del valore di 380 euro, distribuita dall’INPS. La narrazione mediatica annunciava che il bonus era accessibile a coloro con un ISEE fino a 15.000 euro, generando un apparente senso di equità. Tuttavia, analizzando attentamente i numeri, si rivela un’altra verità.
Un cittadino con un reddito modesto avrebbe visto nel bonus un aiuto concreto, ma la realtà è ben diversa. Per chi lotta per sopravvivere, un euro al giorno rappresenta un insulto alla dignità. Tuttavia, in tempi difficili, anche questa miseria diventa un appiglio. Nel cuore di questa narrazione si inserisce la storia di una sessantenne con disabilità e un figlia a carico, a cui è stato negato il reddito di cittadinanza a causa di un reato commesso dieci anni prima. Questo mentre nel Parlamento sedevano più di quaranta individui fra condannati, imputati e indagati. Un’ingiustizia palese, in contrasto con il codice penale e codice di procedura penale che prevedono la riabilitazione dopo cinque anni e non ultimo l’articolo 27, comma 5 della Costituzione Italiana.
La vicenda si sposta in un comune d’Italia, dove la speranza di ottenere un vantaggio dalla classifica dell’ISEE sembra legittima. Ma la realtà è amara: al 1060º posto in graduatoria, il nostro cittadino si trova dietro altre 1098 persone, famiglie che, pur avendo diritto al bonus, rimangono escluse. I ‘fortunati’ sono solo 390! Il quadro dipinto da questa situazione è agghiacciante: famiglie senza reddito di cittadinanza, prive dell’auspicato sostegno, diventano spettatrici impotenti di un sistema che le tradisce.
E mentre l’Italia destina risorse alle armi, alle guerre e ai conflitti internazionali, si chiede il motivo per cui i fondi destinati a garantire cibo e diritti ai cittadini siano così limitati. In questo contesto, le promesse di Giorgia Meloni sembrano vuote. La retorica dei bonus, spesso svanita in momenti di crisi, lascia spazio a richieste più tangibili: opportunità, diritti, lavoro e pace sociale. Il piano che sembra emergere è uno scontro tra poveri, una divisione che riflette il vecchio motto del “dividi e impera”.
Eppure, nell’oscurità delle promesse infrante, emerge una voce che non si lascia intimidire: quella di Lazzaro Coco. Con ironia e talento, attraverso una serie radiofonica in onda nel 2022, intitolata “Lazzaroni Sveglia”, Coco metteva in guardia dalle illusorie promesse elettorali. Una canzone, “Feste a Mille”, sfoggia una straordinaria interpretazione di Giorgia Meloni, rivelando il suo potenziale come attrice. Un appello si leva: abbandonare la fabbrica di distrazione e disastri e unirsi a una causa più nobile l’arte per cui è nata.
In un’Italia in movimento, si staglia la speranza che la musica possa diventare l’arma per costruire un futuro migliore. Le voci come quella di Lazzaro Coco si ergono contro l’ingiustizia e la retorica vuota, unendosi a chi sogna un paese in cui la legge è uguale per tutti, una legge che rispetta i diritti e l’umanità. In mezzo alle illusioni e ai bonus effimeri, c’è ancora spazio per la lotta per la giustizia e il cambiamento. Viva l’Italia che non si arrende, viva la musica come strumento di protesta e costruzione di un mondo più equo. Viva l’Italia migliore!